
(Fig. 1) Ristagno di
secrezioni purulente nelle cavità dei seni paranasali
Poiché i seni paranasali sono in comunicazione fra loro e con le
fosse nasali, si intuisce come la mucosa rinosinusale risponda
globalmente a qualsivoglia insulto (batterico e/o virale). In tal
senso la prevalente localizzazione infiammatoria ad un seno
(mascellare, frontale, etmoidale, sferoidale) non esclude la
presenza di un interessamento generale di tutto il distretto nasale
(pansinusite).
Il fattore anatomico più influente nella trasformazione di una
rinite in una sinusite è rappresentato dall’ostruzione del
complesso osteo_meatale, accesso al naturale drenaggio
delle secrezioni di alcuni importanti seni paranasali.
D’altra parte l’ipertrofia dei turbinati determina
una scadente ventilazione delle cavità sinusali e di conseguenza
crea un ambiente scarsamente ossigenato, ove alcuni batteri possono
proliferare (Haemophilus influenzae, Streptococco pyogenes,
Moraxella catharralis).
La mucosa aggredita dal processo infiammatorio presenta vistosa
riduzione della motilità delle ciglia delle cellule, che pertanto
non riescono più a promuovere l’espulsione delle secrezioni nasali.
L’iper secrezione catarrale può pertanto evolvere in senso
peggiorativo, fino alla comparsa di liquidi mucopurulenti o
francamente purulenti.
Il ripetersi delle infezioni nasali può determinare
una congestione permanente della mucosa del complesso osteometale,
configurando il quadro clinico della cosiddetta sinusite cronica.
Sintomatologia
•
Ostruzione nasale
•
Drenaggio di secrezioni dense dalle fosse nasali (di colorito
giallo/verde)
•
Gocciolamento retronasale con tosse
•
Febbre
•
Dolore spontaneo o evocato dalla pressione a localizzazione
variabile (frontale, mascellare o al vertice del cranio)
•
Mal di testa
•
Diminuzione dell’olfatto
•
Alitosi
Diagnosi
La visita specialistica otorinolaringoiatrica tradizionale, nel
sospetto clinico di processo infiammatorio (acuto o cronico) dei
seni paranasali, viene integrata dalla video fibroscopia del
naso e della gola.
Una sottile videocamera, collegata ad un sistema di fibre ottiche,
esplora tutto il distretto otorino, aiutando lo specialista a
comprendere il meccanismo che ha determinato la sinusite, la
localizzazione del processo infiammatorio e a discriminare i casi in
cui sia indicato un approfondimento radiologico mediante TAC
del massiccio facciale.
In molti casi, a completamento diagnostico, è utile un’indagine
allergologica mediante test cutaneo (prick test), un esame
indolore e veloce, che consente di individuare eventuali fattori di
rischio per il ripetersi della rinosinusite (per esempio allergia
alla polvere, ai pollini).
Il corretto inquadramento specialistico della sinusite permette poi
di instaurare terapie preventive sull’inorgenza di patologie a
carico di bronchi e polmoni (sindrome rino-bronchiale).
L’otorinolaringoiatra è altresì chiamato in causa nel verificare la
presenza di neoformazioni benigne (polipi) o maligne
nel contesto di fosse nasali e seni paranasali.
Terapia medica
•
Antibiotico terapia (possibilmente mirata, sulla scorta di
tampone nasale con antibiogramma)
•
Irrigazioni nasali con soluzione salina sterile
•
Terapia antinfiammatoria locale nasale (spray o gocce)
•
Terapia antinfiammatoria sistemica (da valutare se farmaci
corticosteroidei, in base alle caratteristiche ed entità della
sinusite)
•
Farmaci immunomodulanti a rinforzare le difese naturali, in una
prospettiva di prevenzione delle recidive
•
Terapia selettiva delle eventuali complicanze (otite, laringite,
bronchite)
Terapia chirurgica della sinusite cronica
L’obiettivo principale della terapia chirurgica
della sinusite cronica è quello di ripristinare la corretta
ventilazione dei seni paranasali e facilitare il drenaggio delle
secrezioni attraverso il naso.
A seconda dell’estensione e della gravità della sinusite, il
chirurgo otorinolaringoiatra pone l’indicazione alla chirurgia
funzionale endoscopica dei seni paranasali (Fess) o alla laser
chirurgia della fossa nasale e del complesso osteo-meatale.

Laser chirurgia della sinusite cronica
(Fig. 2) Laser a
diodi per la terapia ambulatoriale della poliposi nasale e della
sinusite cronica
La laser terapia della sinusite cronica consiste in un trattamento
di chirurgia ambulatoriale,
condotto in anestesia locale, mediante una sottile fibra ottica
laser (la più utilizzata ed efficace risulta la fibra ottica laser a
diodi con lunghezza d’onda 912 nanometri).
I tessuti infiammati o in eccesso vengono vaporizzati
dagli spot calibrati di luce, senza fuoriuscita di sangue e
rispettando le strutture anatomiche sane.
Al pari si effettua il drenaggio delle secrezioni
patologiche dal complesso osteomeatale e, laddove indicato
e possibile, viene praticata una piccola plastica dell’ostio di
comunicazione fra alcuni seni paranasali e le fosse nasali.
I turbinati ipertrofici sono trattati nella stessa
seduta, sempre con il laser a diodi o attraverso la decongestione
sottomucosa con radiofrequenze.
La laser chirurgia del naso e dei seni paranasali risulta pertanto
una procedura priva di rischi, quanto efficace, e che non
necessita di tamponi nasali, ricovero o convalescenza.
L’indicazione corretta all’utilizzo di sorgenti laser nella cura
della sinusite cronica deve sempre essere posta con scrupolo da un
chirurgo otorinolaringoiatra, soppesando vantaggi e svantaggi di
tutte le terapie alternative.
Chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali (fess)

(nell'immagine) Il
Microdebrider: la sua estremità rotante polverizza ed aspira i
polipi nasali e le secrezioni purulente
La chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali (fess)
rappresenta una metodica molto diffusa nel trattamento della
sinusite cronica.
L’intervento avviene totalmente all’interno del naso, senza tagli
esterni, ematomi o altre lesioni visibili, sotto il preciso
controllo visivo di un video endoscopio.
I tessuti sede dell’infiammazione cronica vengono asportati con
l’utilizzo di un particolare strumento, il microdebrider,
che permette la frantumazione della mucosa
patologica e la sua aspirazione attraverso un unico
sottile manipolo con diametro di appena 3 millimetri.
La procedura viene eseguita in anestesia generale e
può prevedere, a seconda dei casi, la correzione delle deformità del
setto nasale e la decongestione dei turbinati ipertrofici. I tamponi
nasali vengono applicati a scopo preventivo e rimossi dopo 24 – 48
ore.
Dr A. Valieri
Chirurgo ORL